18 marzo 2008

Histoires de Filles.

Quel giorno di fine estate, la mia bocca fu foriera di un'amara notizia. Le parole stentavano a venir fuori. Avrei voluto gettar la testa indietro per ricacciare in fondo agl'occhi le lacrime e per ingoiare la verità, pillola troppo amara, che neanche il miglior sciroppo di frutti di bosco, avrebbe potuto nascondere il suo acre sapore.
Gli occhi bassi volevano perforare il terreno, quasi a cercare una via di fuga per quelle parole. Il tuo amore scivolava su una parete di cristallo. Mi sembra di vederlo ancora mentre s'arrampicava, posso - ancora - ascoltare il rumore stridente dei suoi artigli mentre provava a non precipitare nel vuoto. Silenzio. Intorno è buio. Si brancola in quest'oscurità come tante anime in pena, in cerca di un riparo, qualsiasi esso sia.
All'improvviso, la pelle s'inspessisce. Si sente un brivido correre dai capelli fin sotto la pianta dei piedi. Una mano t'afferra e ti porta alla fine del tunnel dove s'intravede una luce, un piccolo bagliore.
Ti lasci cullare tra le sue braccia mentre il mare s'infrange sulla scogliera e Positano - di notte - è una cortigiana con cui far all'amore, di nascosto, senza far rumore. Soffochiamo la sofferenza con questi nuovi amori.
Amori che hanno iniziali nuove, tutte ricamate in rilievo, in basso a sinistra, sotto il cuore.
Quello che è stato diviene un souvenir. Lo chiudi in quelle ampolle sommerse d'acqua, come quelle che compri in vacanza.
Ecco. Proprio così devi fare. Prendi il bello ch'è stato e chiudilo in una bolla di cristallo, con la neve artificiale. Ogni ricordo è un pezzo di storia, contenuto in pochi centrimetri circolari d'amore.
La tristezza e la paura d'aver perso tempo, tienile fuori da quella piccola magia innevata.
Fa parte di qualcosa che non è più. Fa parte di quella te, che qui, non è più.
La ragazza che eri, ora, è una donna che s'affaccia alla finestra di casa. Le guance tue verranno baciate dal sole di marzo, ché sei bella tu. Negl'occhi tuoi tutto il profumo del mare d'inverno riesco ad annusare. I tuoi fili dorati intrecciano tutta la femminilità e la forza della nostra famiglia.
Gli abbandoni ci hanno colte troppo giovani. Dietro le sbarre della paura abbiamo nascosto i nostri visi gonfi di lacrime ed incertezze. Siamo riuscite ad asciugarci gli occhi e a guardare oltre. Lontano da lì, lontano dal passato. Lontano da qui.
La storia di noi donne sembra esser stata scritta da qualche dio capriccioso.
Ma è giunto il momento di rovesciare il tavolo con tutte le lettere.
Mischiamole, perdiamoci in un caos calmo, ritroviamo quello che siamo, la nostra essenza più vera, liberandoci di fardelli e pregiudizi, di falsi miti e futili simboli.
Spogliamoci delle nostre paure e restiamo così. Nude. Di fronte a noi stesse per capire, per capirci.
Diamo spazio all'azzardo, al destino, a ciò che non si può controllare, senza temere.
Fa che quel ragazzo dagli occhi limpidi ti prenda per mano e ti mostri la strada di quella che, Lui, chiama felicità.
Ogni lingua ha una parola tutta sua per esprimere la "felicità". Io non ce l'ho. Non so definire quali contorni linguistici essa abbia. So, per certo - però - di saper riconoscere quando si presenta alla mia porta.
Lei ha scarpe rosse, un vestito a pois verde e bianco ed un buffo cappello in testa. La voce sottile e le mani affusolate. Il naso rotondo e gli occhi come due fessure socchiuse.
Se dovessi vederla, sorella mia, invitala per un té. E salutamela tanto. Dille che la sto attendendo, con ansia. Anche solo per pochi minuti. Ché ho voglia di sentire ancora il suo profumo.


A mia cugina, con infinito amore.




On air: "Ti Scrivo" - G. Allevi.

Foto: "Les Filles" di Moumine.


11 commenti:

LeCannu ha detto...

Tesoro, le tue parole mi toccano sempre il cuore. Spero davvero di vederti presto.

Baci infiniti!

A.

digito ergo sum ha detto...

Sono sempre più ammirato dal patrimonio della tua anima. Io, al contrario, spero di non incontrarti mai perché, con la mia brutale visione del mondo, ho paura di contaminare la tua persona che, come tale, dovrebbe essere riconosciuta Unesco come patrimonio dell'umanità. 'un esco mica. Ti abbraccio

PS: La parola di controllo sembra il codice fiscale di uno che si chiama asasdjkjzsd eruidjnvioddss

Cloud ha detto...

Non una menzione, non un cenno al tuo "dolce" dolore, questa volta, ma solo una condivisione se ti va: significarti che tra un paio di giorni sarò a vedere, per la seconda volta, un artista che, a più riprese, ha dato suono alle tue parole in questo spazio e che, anche in questo istante, ci accompagna con le leggiadria delle sue note simili a cristalli purissimi, come puro sembra essere egli stesso, uno dei pochi ancora in giro... A beneficio di chi legge sto parlando di Giovanni Allevi....
Magari un pensiero volerà anche a te, chissà...

Una dolce nota anche per te...

Il viaggiatore silenzioso

Goldmund ha detto...

La musica di Giovanni Allevi riecheggia ricordi dolorosi, ma non posso negare che sia la perfetta colonna sonora per i tuoi post pieni di malinconia. E chi è come noi, si sa, è innamorato della propria malinconia.
Spero di convincerti presto a correre insieme a me. Un beso
A.

Faith ha detto...

I tuoi pensieri sono sempre perle, dolci bende per le ferite di chi ami. Sai essere unica...ma non come si dice sempre. Tu sei unica davvero. Fortunata tua cugina ad avere tutto il tuo amore.
Tornerai a sentire quel profumo...ne sono certa.
Un abbraccio!

Ps: ma eri una bimba deliziosa!!!!

vinci ha detto...

immagini dolci, forse un po' distanti dalla realtà, ma anche per questo molto belle

Anonimo ha detto...

Adesso ho un brivido forte!
Le tue parole mi fan rigare il viso di lacrime...lacrime di gioia e di infinita dolcezza.
Alle mie spalle ho una grande bolla di cristallo, lontano da me è la tristezza ma la paura e l'amarezza ancora a volte mi salutano!
Comincio a sentire quel tanto desiderato profumo..
Tu hai tante parole per esprimere la felicità...ed io le ascolterò quando tu lo desidererai...inviteremo insieme per un tè la Signora con le scarpe rosse!
GRAZIE
Ti voglio bene cugina MIA!
M.

Gianfranco ha detto...

Un dono questo tuo saper plasmare parole sulle emozioni e emozioni sulle parole. Leggerti è un piacere intensamente intimo, al quale decido di abbandonarmi solo nei grandi momenti di tranquillità, con buona pace del mio lettore di feed, che raccoglie in silenzio. Grazie.

Anonimo ha detto...

almeno a te non mettevano la cuffietta rosa...
che bellezze che siete.

:)*

silvia

Anonimo ha detto...

La felicità e la tristezza si somigliano, sono speculari, una non esiste senza l’altra.
Si guardano sospettose, si scrutano e in fondo si riconoscono. Non sono in competizione.
Alcune anime hanno bisogno d’entrambe per vivere, per scrivere, per ascoltare i propri passi nel mondo.
La bolla di neve della nostra vita è un souvenir continuo, la agiti e speri cada la neve, come speri arrivi qualcosa a scaldarti ancora pelle, ossa e anima.
C’è la forza delle donne nelle tue parole, c’è la determinazione e l’abbandono, il coraggio di riprovarci, di asciugarsi le lacrime e andare lontano. Di guardare indietro e sorridere alla tristezza.
Riesco a vedere la speranza, so che arriverà la primavera per te. Tendi la mano, respirane il profumo, è lì.
Anche lei ha un vestito a pois.

F

DRESSEL ha detto...

senti un po'...ma ti dispiace se ti voglio bene?!