31 gennaio 2008

Attends-moi.


Il cielo è grigio stamattina, il corvo è venuto a darmi il buongiorno mentre i frutti rossi, lentamente, si scioglievano nell'acqua calda ed il cioccolato denso s'è attaccato ai polpastrelli e la piccola felce vuole essere dissetata.
Mi guardo attorno, stamattina, con gli occhi ancora truccati e le labbra secche. Mi rendo conto di quanto io sia presente qui, in ogni cosa che tocco o che guardo.
Tutto mi parla di me, di te.
Un "me" ed un "te" che si fondono per diventare una cosa sola, un "noi" a tutto tondo, un "noi" tutto pieno, coi suoi chiaroscuri, le sue ombre cinesi e le luci di trastevere d'inverno.
Questo noi che parla tre lingue diverse e che a volte non si fa capire e poi, d'improvviso, con un solo gesto o uno sguardo rende tutto più' chiaro, comprensibile.
Ed il poco che mi sembra tanto ed il tanto - che a volte vorrei - parte per un lungo viaggio ed incontra le persone che non s'accontentano mai.
Al di là delle tende rosse, gli alberi sono pazienti. Aspettano la primavera quelle foglie marroni e gialle. Proprio come me. Saro' albero in questi mesi di freddo e guanti di pelle. Ti lascero' col freddo e ti ritroverò' con la pelle baciata da un timido sole di primavera. Le mie foglie saranno verdi ed i primi fiori sbocceranno tra le mie mani.
Aspettami.


Foto: "et je reve encore" - Moumine.

13 gennaio 2008

Coraggiose Mani.


La tua verità ha incontrato lo stupore del mio viso dodici lune fa. Da quell'istante il cursore ha continuato a lampeggiare instancabile davanti a me, mentre le mie dita non riuscivano a lasciarsi andare. Erano come immobilizzate dalla paura di non saper danzare a ritmo di musica, di non saper dimostrare quello che avevano bisogno e voglia di farti capire. Stasera si fanno forza queste sottili dita mie e la tastiera si lascia curare, sembra quasi ne abbia bisogno. Quello che mi ha colpita di questa foto sono le mani grandi e grosse di quest'uomo, le unghie sporche fin sotto la pelle, il lavoro che è scolpito su quelle mani. Queste dita tengono custodito qualcosa di così candido e puro, un batuffolo di pelo che trema e sogna. Quel piccolo animale si lascia prendere e stringere, calmo, tra quelle dita così apparentemente rozze ma così forti. Lui si fida, il suo cuore sicuramente avrà battuto forte, in quel momento d'abbandono. Come il tuo quando mi hai parlato di te, mi hai raccontato trattenendo il fiato, col cuore in gola e gli occhi fissi su quelle parole di cui ti stavi liberando, tutt'insieme, parole come zavorra di cui disfarti una volta per tutte.
Le mie mani invisibili hanno asciugato le tue lacrime, i miei occhi hanno compreso tutte le verità celate, hanno seguito la tua ombra lontana, discretamente, senza far rumore.
Dietro questo schermo, una vita, la tua. Nessuna domanda, nessuna pretesa, niente. Solo un nuovo anno che ti ha aperto la porta, mentre un altro ti ha voltato le spalle e si è allontanato mentre il sole d'autunno moriva lentamente all'orizzonte.
Tu non sei il coniglio. Il coniglio è la vita. Tu sei quell'uomo dalle mani grandi e forti. Un uomo capace di tenere in mano qualcosa di così fragile ed importante come la vita. Non aver paura di sentire il suo cuore che batte, che corre, che si ferma per tirare un sospiro perchè subito dopo riprenderà a battere più forte di prima.
Lascia che il coniglio abbia paura di te e non tu di lui. Accarezzalo, annusalo, guardalo crescere e saltellare da una parte all'altra. Chiedigli tutto quello che vuoi, addomesticalo, lascialo libero di andare, di giocare indisturbato, forse si perderà ma, poi, saprà ritrovare la strada per tornare tra le tue mani.
Non aver paura perchè la vita di ognuno di noi ci riserva qualcosa di inatteso, un sapore dolce o improvvisamente amaro, da sciogliere sulla lingua.
Nel momento dell'amaro lascia che chi ti ama ti offra una caramella di zucchero e sorrisi da assaporare tra le labbra, lasciati accarezzare in una notte di sciarpe fredde e sguardi silenziosi, lascia che il passato ti scivoli addosso come la pioggia su un bell'impermeabile.
E' difficile, lo so. Ma tu sei troppo attaccato a questa vita da lasciartela sfuggire dietro la buia paura.
Io lo so che ce la farai. Lo so. Ti guardo da qui, ti seguo da qui, silenziosa. Voglio vederlo crescere quel coniglio.

Coraggio, amico mio.

On air: "Ti scrivo" - Giovanni Allevi.
Foto: "Protect Me" - Mr. PioPio.

12 gennaio 2008

Chiara, come un AbC.


"Gioia primitiva di saperti viva vita piena giorni e ore batticuore pura dolce mariposa nuda come sposa, bella come un'armonia come l'allegria come la mia nonna in una foto da ragazza come una poesia o madonna mia come la realtà che incontra la mia fantasia".

"Che meraviglia lo straordinario..." .. "quando è retribuito".

Confermo! Sono felice, oggi.


*Foto: il mio libro di penale, oggi, finalmente, riposto sullo scaffale.

On air: "Bella" - Jovanotti.

10 gennaio 2008

Je Ne M'Ennuie Pas.


Non dovrei essere qui, in questo momento. I miei occhi dovrebbero essere potentemente incollati a pagine fine e quasi trasparenti - tant'è che sono consumate - di un libro che racconta di quant'è corrotto il nostro Paese.. un libro comprato al "mercatone del libro", un testo usato, ovviamente. Apro la prima pagina. Un gatto con un libro in mano ed un pipistrello con le ali spiegate sono disegnati tra la "genesi della fattispecie penale" ed il capitolo primo.
Il sorriso è inevitabile. Anche gli occhi di chi lo possedeva prima di me, a quanto pare, non erano attenti.
Nascondo naso e bocca tra le mani al pensiero che ho quasi finito tutti i dolci che tu mi hai nascosto in quella bella calza della befana..
La signora che, di giorno, appoggia sempre il pleid rosso sul davanzale, è alla finestra. Ne vedo solo i contorni e la luce di quel grande lampadario appeso lassù. E' la prima finestra che vedo alzando lo sguardo dal libro. E' un angolo dove la mia distrazione trova rifugio, dove la mente piroetta con pensieri ballerini e ricorda il tepore che hanno i tuoi capelli la mattina quando ti svegli. Mi viene voglia di annusarti, chiudendo gli occhi e di regalarti un fiore per ogni sorriso che riesco a rubarti.
L'incoscienza di essere qua, di amare, di sorridere, di sentire il bisogno di scrivere anche quando il Tempo ti guarda accigliato e ti dice che non dovresti. Ho voglia di incoscienza, stasera.

On air: "The Greatest" - Cat Power.

Foto di CameraDude.

07 gennaio 2008

Vento senza Tempo.

E' così che succede. Quando sei distratto a fare altri progetti, Lei ti viene incontro sotto una moltitudine di forme così diverse che, a ripensarci, ti viene da sorridere.
Le note incalzano come il vento che porta l'acqua della fontana fuori dai bordi. La strada si bagna, i palloncini s'alzano leggeri lassù, formando nuvole basse tutte colorate. Il profumo dello zucchero filato s'attacca alle narici riportando, al palato, ricordi d'infanzia.
Il cappello dimenticato sul sedile di quel treno diventa una perla nera da infilare col filo trasparente di un'amicizia rara, da vivere con commozione, nel rispetto della sua bellezza straordinaria.
I racconti di una vita ti portano così indietro nel tempo tanto da pensare che non siano potuti esistere realmente. Nei suoi occhi umidi, treni ed aerei, colori e voci, poesie francesi e sapori del sud. Eppure, tutto è vero, tutto è morbido come la stoffa del suo cappotto. Tutto è antico come i suoi racconti dove ti perdi senza renderti conto del tempo che diluisce.

Ecco, di nuovo, che il vento gonfia le tende bianche da cui intravedi il cielo di Roma, grigio e scuro, come gli inverni di gelo e di caldarroste agli angoli delle piazze. Le Note, ninfe dai capelli raccolti, si lasciano accarezzare e sfiorare dalle sue mani, sottili come rami d'albero d'autunno. Tutto è un trionfo di sensazioni, di ricordi, di occhi che ritrovano emozioni nuove ma, in fondo, familiari perchè già conosciute. Dalla testa si srotolano - ripidi - i pensieri fino ad arrivare alle dita che baciano le lettere bianche, figlie di questa nera tastiera. Potessi io creare con i miei rami la Poesia che Lui crea con i suoi! Perdersi in quel dove senza strade, senza numeri, senza nomi. Un dove tutto suo, tutto nostro. La curva della sua morbida schiena mi fa perdere l'equilibrio, negli occhi chiusi si legge tutto l'incanto ch'è intorno a noi.

E' così che succede. L'incanto prende nome. Si chiama Vita.



On air: "Vento d'Europa" - Giovanni Allevi.