03 marzo 2007

Ti regalerò una Rosa.


Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare
Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora...

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore



Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.

("Ti regalerò una rosa" di Simone Cristicchi)

16 commenti:

Anonimo ha detto...

A mio modesto parere delle parole bellissime. Un tema poco trattato, anzi ignorato per molto tempo. Sarà che sono un grande appassionato di Alda Merini, ma a me i matti piacciono.

KikiPetite ha detto...

@Scalia: credo che i matti non sono matti. Sono persone che solo perchè vedono cose che noi non riusciamo a vedere, vengono chiamati matti.

"I matti sono punti di domanda senza frase..".

Ho una grave pecca da confessare: non ho letto nulla di Alda Merini.
Hai da consigliarmi qualcosa da leggere per colmare questa LACUNA?

Anonimo ha detto...

Ciao kiki. Le cose migliori della Merini sono ovviamente in versi. Le sue raccolte sono numerose, ma ti consiglio quella che credo sia l'unica opera in prosa che ha scritto. "L'altra verità - Diario di una diversa" edito da Rizzoli. E' un libro di una dolcezza commovente fatto di parole che servono a salvarsi. Credo che Cristicchi per la sua canzone lo abbia preso molto in considerazione... se lo leggerai capirai perchè. Queste sono le parole riportate sulla retro-copertina.
"Ma il giorno che ci apersero i cancelli, che potemmo toccarle con le mani quelle rose stupende, che potemmo finalmente inebriarci del loro destino di fiori. Divine, lussureggianti rose! Non avrei potuto scrivere in quel momento nulla che riguardasse i fiori perchè io stessa ero diventata un fiore, io stessa avevo un gambo e una linfa"
Buona lettura...

KikiPetite ha detto...

@Scalia: grazie. Se avrò tempo, oggi farò un salto alla Feltrinelli in centro per comprarlo. E ti farò sapere.. Bacio.

barrysulpalco ha detto...

Ciao Kiki, ti ho appena risposto sul mio "palco"...e adesso vedo questo post. Grazie per averlo fatto. Anch'io volevo ma poi....poi...ho pensato che questa canzone è troppo simile a qualcosa che mi è successa in un tirocinio in una clinica psichiatrica. Non ce l'ho fatta. Troppa emozione.
La mia vita intera è dedicata a quelli che "son matti" . Ho cominciato a studiare Psicologia perchè la semplicità in cui sentivo parlare di loro non mi convinceva. Descritti come vegetali inutili a quello che la società chiede. I credenti (non so' se tu lo sei...ma spero di no, perchè mi stai simpatica e mi piacerebbe che credessi a delle favole più belle) li guardano con compassione. Pregano per loro. Per cosa esattamente secondo te?!!!!!
Il problema è,come al solito, alla rovescia. Eppure anche il loro Cristo lo diceva "perdona loro che non sanno quello che fanno"......Loro sono i credenti in questo caso. La gente si limita a guardare alla malattia mentale come ad un timbro tatuato sugli occhi spenti, su palpebre abbassate dal cocktail chimico delle tarapie farmacologiche.

I primi a dover essere rinchiusi sarebbero gli psichiatri, che creano dipendenze una dopo l'altra.
La malattia mentale può essere trattata in modo artistico....perchè spesso la follia è sinonimo di creatività mandata allo stremo. La fantasia LIBERA tutte le menti.
La mia passione per il teatro non ha fatto che alimentare tutto questo. Hai mai sentito parlare di Jacob Moreno?
L'ideatore dello Psicodramma analitico.
Ti consiglio un libro sull'argomento:
"Teatro della spontaneità" J.Moreno, Renzo Editore.

Un bacio e grazie ancora per la tua profonda sensibilità. l'apprezzo molto, sinceramente.
Barry

Faith ha detto...

In effetti questo è un tema veramente delicato e forse troppo poco trattato. Sarà che la mente umana può essere così complicata, imprevedibile...ma chissà chi è davvero "matto", se noi o loro...

Un bacio

Faith

apepam ha detto...

Una canzone meravigliosa...
kiki, segui il consiglio di scalia, vale veramente la pena!
1bacio :-)

Anonimo ha detto...

questa canzone è davvero bella e coraggiosa. ha il pregio di saper far pensare su un tema così profondo con semplicità, non è da tutti.

ps: MariaElena me l'aveva detto già dai primi giorni! parlava anche di organizzare una cenetta o un'uscita insieme... bacio!

KikiPetite ha detto...

@Barry: grazie a te, per riuscire a condividere tutte queste cose con me, senza neanche conoscere il mio viso.
Allora ho due libri da acquistare!Non vedo l'ora!Grazie..
Un abbraccio, sincero da Roma.

@Faith: tesoro mio, ma sai quante volte anch'io me lo sono chiesto? Beh. Rimango in silenzio. E si dice che "chi tace, acconsente".
Bacio.

@Ape: promesso! Seguirò il consiglio...Ti bacio ApettAdorée.

@Benni: hai visto?Il mondo è davvero piccolo..io ci sto. Quando volete, cena, cenetta, cappuccio e cornetto. Stiamo diventando una "grande famiglia"!
Ps. Per quanto riguarda la canzone, anch'io la trovo splendida. Anche se riflettendoci bene, trovo alquanto deprimente che il nostro paese ("delle canzonette") debba aver bisogno di una canzone che vince il festival, per posare lo sguardo su una realtà così difficile ed importante, lasciata così tanto da parte. Lo trovo davvero vergognoso. Un pò come le storie di Striscia La Notizia. Se non ci fossero loro, dove finirebbe questo Paese? Ormai quando si sentono cose assurde, la prima cosa che si dice è : "chiamo Striscia o le Iene", come se fossero gli unici rimedi.
Certo, meglio che ci siano. Però...

Un bacino.

Anonimo ha detto...

Bene, un'altra cosa che Ci piace: ELisa. Bello! Effettivamente anche per me è stato uno choc non indifferente vederla in "quello stato", non è per niente il suo stile! Devo ammettere però che all'ultimo concerto l'avevo vista abbastanza curata.
Sanremo...che dire..Se posso lo guardo volentieri, quest'anno non ho potuto per via del lavoro. Credo sia divertente ed ogni tanto capita anche di sentire delle belle canzoni. Non commento quelle di questa edizione perchè non le ho sentite, a parte quella che dicevi te e in effetti mi è piaciuta molto.
Quali foto ti hanno fatto credere di conoscermi!? Non saprei.. Possibile..Chissà!
Ciao.

apepam ha detto...

Buongiorno...
:-)
Lascio un bacetto!
P.s. Anche le raccolte di poesie sono meravigliose ;-)

Unknown ha detto...

"Io sono come un pianoforte con un tasto rotto"

A veces me sentía también así... claro que en un contexto distinto...

Lindas palabras, lindo mensaje, hermosas fotografías...

¿Cómo puedo llenar con palabras lo que significa leer y mirar lo que nos presentas? Imposible... Sólo te agradezco por cada nuevo artículo...


Besos sureños...

ps. Como verás, poco a poco, voy aprendiendo algo más de tu lindo idioma... :)

KikiPetite ha detto...

@Kundala: ho visto alcune tue foto sul blog e mi è parso di conoscerti...ma magari mi sbaglio chissà!
;)

@Ape: sabato dedicherò parte della mia giornata alla Feltrinelli. Ho un sacco di libri che aspettano di esser comprati! Ti farò sapere! Un bisou.

@Giro: gracias por esas palabras. Tus visitas siempre me alegran, lo sabes. En mayo vamos a celebrar mi primer año del blog! Un beso muy sincero desde aqui.

Anonimo ha detto...

Magari ci siamo incontrati qualche volta.
A Firenze o a Roma..O in qualche altra parte del mondo...
Chissà!

Laura ha detto...

una canzone stupenda, che tratta di un argomento che viene praticamente quasi sempre ignorato..

...l'ultima volta che ne so sentito parlare prima di questa canzone di Ciristicchi è stato attraverso un film: "La Meglio Gioventù" dove c'è solo un accenno a questo problema ... e un po' mi fa pensare...

KikiPetite ha detto...

@Laura: innanzitutto benvenuta, e se hai letto i miei pensieri al riguardo, ti sarai resa conto che la penso come te.
Torna quando vuoi, qui non c'è bisogno nemmeno di bussare...

;)