Venerdì 7 aprile 2006: uno squillo sul mio cellulare.."Giovanni".
Di solito, lo squilletto, significa: "Kiki, preparati, ti passo a prendere tra 20 minuti, andiamo al dipartimento di scienze statistiche a studiare".Ah, dimenticavo: "Non fare tardi!!E porta il casco!" (Questo non me lo dice, me lo dico da sola..porca miseria, quando sono nata, l'essere ritardataria, è nato con me..ed ancora mi perseguita..).
Comunque, non era per questo, che Giovanni mi chiamava...l'aveva fatto perchè il giorno prima si era rotto il legamento del ginocchio ed essendo vicine le vacanze di Pasqua, aveva fatto il biglietto per tornare a casa...in Puglia.
E così, mi ha chiesto il favore di accompagnarlo alla stazione per aiutarlo a portare le valige...
Di solito, lo squilletto, significa: "Kiki, preparati, ti passo a prendere tra 20 minuti, andiamo al dipartimento di scienze statistiche a studiare".Ah, dimenticavo: "Non fare tardi!!E porta il casco!" (Questo non me lo dice, me lo dico da sola..porca miseria, quando sono nata, l'essere ritardataria, è nato con me..ed ancora mi perseguita..).
Comunque, non era per questo, che Giovanni mi chiamava...l'aveva fatto perchè il giorno prima si era rotto il legamento del ginocchio ed essendo vicine le vacanze di Pasqua, aveva fatto il biglietto per tornare a casa...in Puglia.
E così, mi ha chiesto il favore di accompagnarlo alla stazione per aiutarlo a portare le valige...
Bene, arrivati in stazione con il taxi (ebbene, si, sono ancora A PIEDI..che status "ridicolo"..), ci dirigiamo al tabellone luminoso delle "partenze"...
Binario 13.
"Forza Gio, andiamo!"
"Giovanni, che carrozza è?"
"Kiki..la numero 8!!"
Ecco che ritorna la "legge di Murphy"...Giovanni con le stampelle, e la carrozza naturalmente è l'ultima.
Se avessimo fatto altri 500 metri a piedi, saremmo arrivati direttamente in Puglia.
Salgo con lui sul treno...che era stracolmo di gente...
E figurati se gli altri ti aiutano...
Macchè!Anzi, ti danno spintoni e hanno sempre fretta, gli altri.
Scendo dal treno.
Giovanni aveva già trovato posto.
Ora, ero tranquilla.
Mi avvicino al suo finestrino e sbatto il pugno, per un altro saluto...mi sorride.
Credo che nonostante tutto, sia contento di tornare un pò a casa...
Leggo in labiale quello che mi dice e rispondo:
"Un bacio Gio, figurati..di niente".
Giro le spalle e torno indietro..."dài Kiki, ora, a prendere l'autobus!"...
Mentre uscivo dalla stazione, mi sono guardata intorno.
Sicuramente quanti di voi l'avranno fatto mentre partivano.
La stazione Termini ha qualcosa sempre di diverso...
Era la prima volta che mi trovavo da sola, senza valigia, alla stazione.
Nessuno da andare a prendere o da aspettare.
Giovanni tornava a casa ed avrei dovuto farlo anche io...
Ma..sono rimasta un pò lì, incuriosita, da quanta "umanità" ci fosse intorno a me...quanti colori...in tutti i sensi.
Dio!
Ma dov'è a Roma tutta questa varietà di persone? Di colori di pelle e di lingue..
C'era davvero di tutto.
Dalla "barbona" senza una gamba che hanno intervistato anche agli "Invisibili"...una storia incredibile la sua...che ascolti una volta alla tv e con aria stupita ti dici "non ci credo, è quella che sta alla stazione...la vedo sempre, ma chi l'avrebbe mai detto!"...e poi continui pensando.."appena la vedo, le offro qualocosa di caldo da bere.." e poi, invece, non lo fai.
E non lo fai, non perchè "TU" non abbia la sensibilità.
Non lo fai perchè hai qualcosa di più "importante" da fare alla stazione...le valige pesano, sei in RITARDO, l'ansia di partire, la gioia di dover abbracciare qualcuno o un pò di tristezza per dover salutare quello stesso qualcuno che magari qualche giorno prima ti aveva fatto sorridere, proprio in quello stesso posto, magari allo stesso binario...
..vedi ragazzi con zaini incredibili, e ti chiedi cosa abbiano dentro...una tenda da campeggio, o magari come Mary Poppins, un'intera "casa"...ragazzi con i capelli biondissimi, quasi bianchi, con quella pelle quasi trasparente...che ridono ed hanno la forza, anche se esausti, di giocare a carte, seduti per terra...
Le persone anziane con quegli occhi umidi, umidi come lo sono gli occhi dei bambini.
Guardano i ragazzi correre e ridere..e chi lo sa in quel momento a cosa pensano..magari alle loro gambe stanche, alle loro risate di quand'erano ragazzi, a che cosa poteva farli sorridere, alle loro corse, ai loro "giuochi"...e ti viene voglia di prenderli per mano, magari in spalla, per farli correre ancora...questi "vecchi-bambini"..con il vento tra i capelli ormai bianchi...
...emigrati, con quegli occhi tristi...quegli occhi, che quando ti guardano sembra vorrebbero dirti chissà quante cose..quegli occhi profondi che se incrociano il tuo sguardo e tu ti soffermi un pò...vedrai il colore della loro terra, magari quel giallo della steppa africana, o le loro mani, ingrossate dalla fatica, penserai a quale lavoro facevano nella lontana India...a cosa hanno lasciato, alle loro famiglie, ai loro sorrisi quando stavano lì, alle loro lacrime, quando l'hanno lasciata per un "posto migliore"...perchè pensano che l'Italia sia un bel posto...
Le valige di tutti i tipi, quelle super chic, magari di LV, quelle di tela, quelle enormi, vecchissime, legate da un elastico, quelle tutte rovinate, di pelle, segnate dal tempo..ed allora penso a quanti posti, quelle valige, avranno visto...quante strade avranno percorso...quanti oggetti avranno tenuto dentro di loro...
Alle suore, che sembrano tutte uguali...di cui è difficile capire l'età...sembrano senza tempo, le suore.
Ai buddhisti, agli Hanish (ebbene sì!Anche quelli c'erano..)...
E solo ora ti rendi conto da quanta varietà umana siamo circondati...
Ed alla bellezza del "vario", della differenza...
Io ero affascinata da tutto ciò; e cosa avrei dato per fermarmi a parlare, per scoprire, per conoscere anche solo una di quelle storie...
E poi ci sono quelli senza valigia. I "pendolari"...quelli che vanno e vengono, quelli che partono, magari, di mattina prestissimo e che non vedono l'ora di tornare a casa...
La stazione...così piena, colma di persone, strane, uniche, a loro modo.
E le lingue..."la torre di Babele"...
E gli orientali...con i loro modi gentili ed il loro onore...
..e la la loro grazia...che darei per avere anche solo la metà della grazia che hanno gli orientali...
Ho guardato in basso e poi ho sollevato lo sguardo verso l'alto..il cielo.
Il cielo di Roma. Unico, imparagonabile.
Non sapete che sensazione strana, guardare il cielo alla stazione e sentire intorno a te, mille voci, che si mischiano, si sovrappongono, i fischi del treno, la voce dell'altoparlante...le risate, le grida...
Binario 13.
"Forza Gio, andiamo!"
"Giovanni, che carrozza è?"
"Kiki..la numero 8!!"
Ecco che ritorna la "legge di Murphy"...Giovanni con le stampelle, e la carrozza naturalmente è l'ultima.
Se avessimo fatto altri 500 metri a piedi, saremmo arrivati direttamente in Puglia.
Salgo con lui sul treno...che era stracolmo di gente...
E figurati se gli altri ti aiutano...
Macchè!Anzi, ti danno spintoni e hanno sempre fretta, gli altri.
Scendo dal treno.
Giovanni aveva già trovato posto.
Ora, ero tranquilla.
Mi avvicino al suo finestrino e sbatto il pugno, per un altro saluto...mi sorride.
Credo che nonostante tutto, sia contento di tornare un pò a casa...
Leggo in labiale quello che mi dice e rispondo:
"Un bacio Gio, figurati..di niente".
Giro le spalle e torno indietro..."dài Kiki, ora, a prendere l'autobus!"...
Mentre uscivo dalla stazione, mi sono guardata intorno.
Sicuramente quanti di voi l'avranno fatto mentre partivano.
La stazione Termini ha qualcosa sempre di diverso...
Era la prima volta che mi trovavo da sola, senza valigia, alla stazione.
Nessuno da andare a prendere o da aspettare.
Giovanni tornava a casa ed avrei dovuto farlo anche io...
Ma..sono rimasta un pò lì, incuriosita, da quanta "umanità" ci fosse intorno a me...quanti colori...in tutti i sensi.
Dio!
Ma dov'è a Roma tutta questa varietà di persone? Di colori di pelle e di lingue..
C'era davvero di tutto.
Dalla "barbona" senza una gamba che hanno intervistato anche agli "Invisibili"...una storia incredibile la sua...che ascolti una volta alla tv e con aria stupita ti dici "non ci credo, è quella che sta alla stazione...la vedo sempre, ma chi l'avrebbe mai detto!"...e poi continui pensando.."appena la vedo, le offro qualocosa di caldo da bere.." e poi, invece, non lo fai.
E non lo fai, non perchè "TU" non abbia la sensibilità.
Non lo fai perchè hai qualcosa di più "importante" da fare alla stazione...le valige pesano, sei in RITARDO, l'ansia di partire, la gioia di dover abbracciare qualcuno o un pò di tristezza per dover salutare quello stesso qualcuno che magari qualche giorno prima ti aveva fatto sorridere, proprio in quello stesso posto, magari allo stesso binario...
..vedi ragazzi con zaini incredibili, e ti chiedi cosa abbiano dentro...una tenda da campeggio, o magari come Mary Poppins, un'intera "casa"...ragazzi con i capelli biondissimi, quasi bianchi, con quella pelle quasi trasparente...che ridono ed hanno la forza, anche se esausti, di giocare a carte, seduti per terra...
Le persone anziane con quegli occhi umidi, umidi come lo sono gli occhi dei bambini.
Guardano i ragazzi correre e ridere..e chi lo sa in quel momento a cosa pensano..magari alle loro gambe stanche, alle loro risate di quand'erano ragazzi, a che cosa poteva farli sorridere, alle loro corse, ai loro "giuochi"...e ti viene voglia di prenderli per mano, magari in spalla, per farli correre ancora...questi "vecchi-bambini"..con il vento tra i capelli ormai bianchi...
...emigrati, con quegli occhi tristi...quegli occhi, che quando ti guardano sembra vorrebbero dirti chissà quante cose..quegli occhi profondi che se incrociano il tuo sguardo e tu ti soffermi un pò...vedrai il colore della loro terra, magari quel giallo della steppa africana, o le loro mani, ingrossate dalla fatica, penserai a quale lavoro facevano nella lontana India...a cosa hanno lasciato, alle loro famiglie, ai loro sorrisi quando stavano lì, alle loro lacrime, quando l'hanno lasciata per un "posto migliore"...perchè pensano che l'Italia sia un bel posto...
Le valige di tutti i tipi, quelle super chic, magari di LV, quelle di tela, quelle enormi, vecchissime, legate da un elastico, quelle tutte rovinate, di pelle, segnate dal tempo..ed allora penso a quanti posti, quelle valige, avranno visto...quante strade avranno percorso...quanti oggetti avranno tenuto dentro di loro...
Alle suore, che sembrano tutte uguali...di cui è difficile capire l'età...sembrano senza tempo, le suore.
Ai buddhisti, agli Hanish (ebbene sì!Anche quelli c'erano..)...
E solo ora ti rendi conto da quanta varietà umana siamo circondati...
Ed alla bellezza del "vario", della differenza...
Io ero affascinata da tutto ciò; e cosa avrei dato per fermarmi a parlare, per scoprire, per conoscere anche solo una di quelle storie...
E poi ci sono quelli senza valigia. I "pendolari"...quelli che vanno e vengono, quelli che partono, magari, di mattina prestissimo e che non vedono l'ora di tornare a casa...
La stazione...così piena, colma di persone, strane, uniche, a loro modo.
E le lingue..."la torre di Babele"...
E gli orientali...con i loro modi gentili ed il loro onore...
..e la la loro grazia...che darei per avere anche solo la metà della grazia che hanno gli orientali...
Ho guardato in basso e poi ho sollevato lo sguardo verso l'alto..il cielo.
Il cielo di Roma. Unico, imparagonabile.
Non sapete che sensazione strana, guardare il cielo alla stazione e sentire intorno a te, mille voci, che si mischiano, si sovrappongono, i fischi del treno, la voce dell'altoparlante...le risate, le grida...
...riporti lo sguardo alla folla ed allora ti rendi conto di essere una tra centomila...
e pensi agli altri.
e pensi agli altri.
E li vedi.
Superficialmente, è vero, però riesci a vederli.
Ed allora provi a capire, a sentire.
Emozioni, vibrazioni.
E non capisci come possa esistere l'odio interraziale, il razzismo.
Quello è uno spettacolo...
La diversità!
Che tristezza e che noia, che mondo piatto, se fossimo tutti bianchi o tutti neri, tutti uguali, se parlassimo tutti la stessa lingua.
Non ci sarebbe nessun confronto.
Nessuna "bocca aperta" per lo stupore.
Forse, io, come una bambina, mi sono stupita tre giorni fa, per quello che avevo intorno.
Perchè?
La risposta è semplicissima: ho avuto la voglia di avere TEMPO.
Tempo, per pensare a queste cose, che magari in un altro momento, mi sembravano, scontate e banali.
Banali...assolutamente no.
Perchè, secondo me, rimanere, sempre, nella propria realtà, è come bendarsi gli occhi da solo...bisogna capire, riflettere e porsi domande.
Le risposte non sempre le avremo, però le domande..quelle si, che bisogna porsele...
Ho provato qualcosa di incredibile alla stazione...l'altro giorno.
Avrei voluto parlare con tutti e con nessuno.
Avrei voluto sedermi e farmi raccontare le loro storie, le loro gioie, le loro pene...avrei voluto cibarmi delle loro parole senza esserne mai sazia...
Avrei voluto, ma non l'ho fatto.
Perchè, i miei occhi erano soddisfatti. Per ora...
Scrivo, oggi, perchè fuori c'è un bel sole...e la voglia di raccontarVI quello che ho pensato è stata più forte di me...
Sensazioni, emozioni...non si chiamerebbero così se fosse tanto facile metterle in parole, senza tradirne il vero significato...se riuscissero a scivolare su questa tastiera così velocemente come fanno le mie dita...
Emozioni.
Non potrei vivere senza di loro...sono una sognatrice, è vero, una piccola "Amelie" che osserva il mondo...
E finora l'ho fatto, sempre, in silenzio.
Oggi, lo faccio, raccontandolo(mi) un pò timidamente, a Voi...affinchè questa pagina sia un pò lo specchio della realtà che appare ai miei occhi, della realtà che IO percepisco, fatta di pulsazioni, di battiti profondi, di sorrisi e di occhi limpidi...
"Tutto qua" e...
...per me, non è poco.
Superficialmente, è vero, però riesci a vederli.
Ed allora provi a capire, a sentire.
Emozioni, vibrazioni.
E non capisci come possa esistere l'odio interraziale, il razzismo.
Quello è uno spettacolo...
La diversità!
Che tristezza e che noia, che mondo piatto, se fossimo tutti bianchi o tutti neri, tutti uguali, se parlassimo tutti la stessa lingua.
Non ci sarebbe nessun confronto.
Nessuna "bocca aperta" per lo stupore.
Forse, io, come una bambina, mi sono stupita tre giorni fa, per quello che avevo intorno.
Perchè?
La risposta è semplicissima: ho avuto la voglia di avere TEMPO.
Tempo, per pensare a queste cose, che magari in un altro momento, mi sembravano, scontate e banali.
Banali...assolutamente no.
Perchè, secondo me, rimanere, sempre, nella propria realtà, è come bendarsi gli occhi da solo...bisogna capire, riflettere e porsi domande.
Le risposte non sempre le avremo, però le domande..quelle si, che bisogna porsele...
Ho provato qualcosa di incredibile alla stazione...l'altro giorno.
Avrei voluto parlare con tutti e con nessuno.
Avrei voluto sedermi e farmi raccontare le loro storie, le loro gioie, le loro pene...avrei voluto cibarmi delle loro parole senza esserne mai sazia...
Avrei voluto, ma non l'ho fatto.
Perchè, i miei occhi erano soddisfatti. Per ora...
Scrivo, oggi, perchè fuori c'è un bel sole...e la voglia di raccontarVI quello che ho pensato è stata più forte di me...
Sensazioni, emozioni...non si chiamerebbero così se fosse tanto facile metterle in parole, senza tradirne il vero significato...se riuscissero a scivolare su questa tastiera così velocemente come fanno le mie dita...
Emozioni.
Non potrei vivere senza di loro...sono una sognatrice, è vero, una piccola "Amelie" che osserva il mondo...
E finora l'ho fatto, sempre, in silenzio.
Oggi, lo faccio, raccontandolo(mi) un pò timidamente, a Voi...affinchè questa pagina sia un pò lo specchio della realtà che appare ai miei occhi, della realtà che IO percepisco, fatta di pulsazioni, di battiti profondi, di sorrisi e di occhi limpidi...
"Tutto qua" e...
...per me, non è poco.
2 commenti:
Come vedi sono passato a trovarti e devo dire cheiltuo è un mondo fantastico, uno di quelli che si trovano un volta su mille. Sono rimasto molto affascinato da questo post mi hai fatto venir ela pelle d'oca e le lacrime agli occhi. Sai nel leggerlo mi è sembrato di essere in stazione con Te e Giovanni a vedere e sentire tutte quelle persone, tutte quelle esperienze ed è stato incredibilmente bello ed emozionante. Mi ha fatto moltissimo piacere leggere il tuo blog ad esso leggo anche il resto a cui ho dato un occhiata veloce. Ci risentiamo molto presto.Ciaooo!
Kiki non è questo il primo post che leggo...ma quanto mi è vicino questo post forse più degli altri.
Anch'io provo quella frenesia..tra la gente, conle loro mille storie da raccontare,i loro colori, le risate e gli occhi altrovi.
Che per un aviaggiatrice come me a volte passano inosservati correndo in stazione..ma che poi t soffermi ad ascoltare quando capita in un pomeriggio d fare un giro a termini.
Io spesso lo faccio nei miei pomeriggi pensiero.
Mi piace camminare..e pensare.
Un bacio Kiki!
Vado a ritroso per leggere tutto quello che ho perso.
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