Il primo sole di primavera accarezza i pomeriggi romani. Le ore s'inseguono col fiato appeso a speranze e proiezioni; si abbandonano su prati umidi, per riposare e ricominciare la corsa. Si compone un numero che si pensava dimenticato.
-"Pronto?"
-"Vediamo se mi riconosci..".
-"Chi parla?"
Una risata interrompe l'indecisione. "Sono io... mi sono ricordata di quel sogno ad alta voce che facesti in quella notte di cd appesi alle finestre, di libri aperti sulla scrivania, di letti vicini, di bisbigli nel buio..".
Una risata che ancora tengo stretta tra le dita. Vecchie storie, ricordi che profumano di sapori di casa, di soli roventi in un luglio di quasi sette anni fa, di amori che hanno preso aerei e sono rimasti là, lontani dagli occhi ma vicini nel cuore.
Quante cose sono accadute, amica mia, in queste stagioni. Quanti treni hai perso e quanti ne hai presi? E dove ti hanno portata?..
Una notte fa, ho rivisto, come un film, alcune scene della mia vita, seduta sulla terrazza più elegante di Roma. Le luci erano tante, come i miei ricordi. La "Sagrada Familia" che dal mio letto riuscivo ad ammirare assomigliava a quei castelli che riuscivamo, da bambine, a costruire, facendo scorrere la sabbia bagnata dalle dita.
L'odore delle strade di Barcellona, in maggio. Il ritratto, in quella notte di colbacchi grigi e guanti di pelle nera, a Montmartre. L'aula Calasso della Sapienza, sempre piena di gente che di studiare aveva così poca voglia.. coppe, denari e bastoni, trionfavano tra i banchi. Quell'esame scritto che era la nostra croce.. ricordi? La concentrazione era sempre troppo poca, e le lezioni di accento calabrese, pure.
Questo tempo ci scivola addosso come i sogni scivolano dalla nostra memoria appene sveglie.
Quante vite sono entrate nei miei occhi. Quante voci hanno toccato le corde della mente, quante risa sono diventate musica. Quante..
Su queste tue note, canto, stamattina.
On air: "Tempo Perduto" - Sergio Cammariere.
Foto di Spilled Coffee.