13 dicembre 2007

[Volver - Tornare]


Tutto inizia in una giornata di potente vento, in un cimitero di un “pueblo” vicino Madrid.
Le donne coi capelli raccolti in foulards colorati, lucidano, lavano, spazzano le tombe dei loro cari, come se stessero rassettando una parte della loro casa. Tutto è normale, calmo. Solo il vento scuote gli animi e li disturba. Regna una serenità che, a noi cittadini, lascia un’invidia ed un sapore agrodolce sotto al palato.
Chi vive nelle metropoli perde tanto, sia della vita che della morte, di tutte quelle usanze che fanno parte dei piccoli centri. La vista, nei cimiteri, si abitua a file interminabili di lumini che fanno luce su così tanti nomi che è impossibile ricordarli. Il traffico non rispetta i funerali nelle piazze, tutti corrono verso altre mete, verso la vita. Gli occhi non si posano più sul carro funebre vuoto che, muto, aspetta davanti alla scalinata della chiesa. Nessun manifesto bianco e nero appeso ai muri della città. I piccoli cimiteri di campagna dove ogni nome sulle tombe è capace di raccontare una storia, sono solo un ricordo. Il corpo senz’anima della zia, non è lasciato solo ma è assistito dalle vicine del paese che bisbigliano chiedendo “di come, di quando, di quanto la povera zia”, m’ha riportata indietro al 1999, quando ancora sedicenne, durante la notte, nel grande salone di casa di mia madre, a Napoli, ascoltavo le preghiere monocordi dei miei parenti e delle signore del paese, che in processione, venivano a dare l’ultimo saluto al mio amato nonno.

In questo film Pedro Almodóvar racconta della vita, della morte, degli odori, delle credenze piene delle ciambelle preparate, come un tempo, con la ricetta della vecchia zia Paula. Due sono i colori che pervadono ogni scena. Il rosso ed il nero. Il rosso di ferita, dell’amore, del dolore, del cuore, della violenza. Il nero che penetra gli occhi di Raimunda, il buio della sua paura, il nero della vergogna, delle bugie, il nero del segreto.
In questa storia i morti vivono nell’aldiquà. Loro tornano. I morti hanno odore, hanno mani e pelle, i morti parlano, sono presenti nell’assenza. Tornano per dire la verità, per scuotere vite trascorse nell’immobilità del segreto. I morti aprono porte socchiuse ed il vento porta il loro profumo. Si allargano le narici ai ricordi, si chiudono gli occhi per immaginare, ancora, come sarebbe potuto essere.
In questo paese alle porte di Madrid c’è tutto il nostro sud. I baci sulle guance senza staccare le labbra dalla pelle, i baci con lo schiocco, le braccia di donne - apparentemente fragili ed insicure ed invece così forti - capaci di tenere stretto qualcosa di veramente caro: la vita.
Una storia tutta al femminile, una storia di tragedie vissute tra le mura della propria casa, quella casa che dovrebbe essere “dolce” ed invece è solo dolore, paura e vergogna. Nel grembo si porta una figlia nata dall’orrore e dalla violenza, eppure, una madre riesce ad andare al di là anche di questo. Un figlio è come un braccio, come un occhio, come una parte di cui non si può fare a meno e così, la violenza, viene sepolta sotto le foglie dell’autunno e si aspetta il gelo dell’inverno che tutto placa. Il cuore si tramuta in pietra. Carta assorbente si impregna di sangue e di dolore. Le lacrime scendono senza pathos perché troppa è la rabbia per un gesto incomprensibile, perché contro natura. Un padre dovrebbe guardare la propria figlia non con lo sguardo che un uomo posa su una donna, col desiderio di possederla, ma con gli occhi di qualcuno che ha tra le mani un frutto ancora acerbo, con la consapevolezza di aver creato, col proprio seme, qualcosa di meraviglioso.
Dall’ingiusta Violenza si ribella l’ Incolumità, che insieme al Disgusto e alla Paura sono capaci anche di uccidere per salvarsi.
Tutto, allora, è legittimo. Anche la morte.

Il passato torna e fa paura perché lui ed il presente devono fare i conti.
Ogni personaggio di questa storia è reale, è vivo anche nella morte. Tenero quello di Agustina, la vicina malata di cancro che tutto consola, che tutto aggiusta, che tutto spera. Si riesce a dare un nome alle emozioni e persino a percepirne il profumo. C’è una Spagna surreale, calda, nera e bianca, cruda, violenta, solitaria, intensa e genuina. Ci sono molte delle nostre radici in questa storia di donne sofferenti che sopravvivono in questa vita.
La canzone “Volver” cantata da Estrella Morente è qualcosa che arriva fin dentro le ossa, che penetra ogni angolo di carne e squarcia la sofferenza attraverso le lacrime.
Il segreto viene rivelato e la rabbia si dissolve come il ghiaccio in una giornata d’estate.
La violenza ha un nome ma non un perché. Non si vuole cercare di capire, si vuole solo dimenticare. Seppellire il ricordo della violenza in un frigorifero e poi lasciare che, sottoterra, questa si decomponga.

Questo film parla delle donne, tutte. Di chi si prostituisce per arrivare fino alla fine del mese, di chi fa i capelli in casa come una volta, di una quattordicenne a cui si nega di vivere un’età che dovrebbe essere libera dalla paura e scevra da qualsiasi cattivo pensiero.
Parla di una madre che subisce un doppio trauma e nonostante questo riesce a perdonare, tutti, compresa se stessa.

Un film vero che entra nella nostra società descrivendone le stanze buie.

Perché si può essere presenti anche nell’assenza, perché la verità non dev’essere sepolta e la violenza dev’essere sconfitta, perché molti di noi sognano un mondo migliore in cui vivere. Compresa me.


On air: "Volver" - Estrella Morente.


*Questo film ha un suo perchè tutto mio*

13 commenti:

DRESSEL ha detto...

ottima recensione e bellissimo post, come sempre.

Anonimo ha detto...

Dopo aver visto e rivisto questo film (il favoloso mondo di Amelie) ho deciso di fare una ricerca su google ed eccomi arrivato qui, quasi per caso, per gioco.
Sicuramente ritorneò a farti visita, complimenti per il magico blog!

Anonimo ha detto...

volver...come una noce de tinto e Carboneria ...en sevilla...

Unknown ha detto...

Ricordo quando quel sabato pomeriggio insieme siamo andate per le vie del centro alla ricerca del poster di Volver...:-))

Bacio
Giusy

Ps:molto bello questo post!

I fiori nella vasca ha detto...

un bacio piccola!!!brrrrrrrbrrr

Adynaton86 ha detto...

"Volver" mi è rimasto nel cuore... ha il grande dono di trovare la poesia nella quotidianità; la poesia che si nasconde dietro ogni minima azione, anche quella più apparentemente assurda, come lustrare una tomba, o ripulire un coltello intriso di sangue umano. E' una poesia viscerale che non lascia scampo, e vedo che ha colpito anche te... :)
un abbraccio Kiki
Ady

LeCannu ha detto...

Carissima, la mia convalescenza è quasi finita, domattina sarò al lavoro.. Poi ti farò saper gli orari, ci dobbiamo prendere un bel cappuccino in santa pace!

Bacio grandissimo!

Anonimo ha detto...

Ogni volta che ripasso da questo delizioso angolo non posso fare a meno di notare che certe sensazioni, segnatamente cinematografiche almeno per adesso, son vissute in modo simile da entrambi. A tal proposito sottopongo alla tua attenzione un film che sul sottoscritto, per motivi diversi da quelli citati finora (FMdA, Les Choristes e Volvèr), ha avuto un impatto emotivo sconvolgente: sto parlando di "CRASH - Contatto Fisico".
Son curioso di sapere che ne pensi...
Il viaggiatore Silenzioso

Anonimo ha detto...

"Perché si può essere presenti anche nell’assenza, perché la verità non dev’essere sepolta e la violenza dev’essere sconfitta, perché molti di noi sognano un mondo migliore in cui vivere. Compresa me."

Splendida recensione!
Martin.

http://kivincexduto.splinder.com/

apepam ha detto...

Cara kiki..
questo post me lo tengo in caldo, in una tasca.
Ho il dvd, da qualche settimana sul tavolo. Sto solo aspettando il momento giusto prima di vederlo.
Giorni strani questi. Un po' duri, ma pieni d'amore.
Ti abbraccio forte sorellina, spero tu stia bene.

Anonimo ha detto...

Volver.. l'avevo visto al cinema una sera di campionato mondiale.. sala deserta.. solo io e la mia amica.. fantastico.. veramente una sensazione indescrivibile.. me lo sono gustato, vissuto, l'ho amato e mi è entrato in profondità.. come la sua canzone...... raccontato con l'ironia di una favola a colori vivaci, fa riflettere.. sì.. e nella tristezza fa ritrovare la voglia di uscirne.. di dipanare i fili della propria storia personale e ritrovarsi..

Anonimo ha detto...

..una domanda.. Chocolat.. Volver.. perchè c'è sempre il vento..?...............

KikiPetite ha detto...

@Dressel: grazie, cara. Mi spiace di non esser più presente sul tuo spazio, ma ti assicuro che questi sono stati giorni di fuoco! Ti leggo sempre anche se in silenzio..auguri, col cuore. Ps. Mandami un sms ora che hai il mio numero, se ti fa piacere.. ;*

@Virgeles: benvenuto qui, per gioco o per caso. Persone nuove, sul mio sfondo, sono sempre ben accette! ;)

@Ce: ... creo que no entendì bien..

@Giusy: ..perdonami, piccola, se ti feci dannare per le vie del centro..ma non puoi capire che bello quel viso sul quel muro..rincuora. Ti bacio.

@Rain: piccola! Coccole..

@Ady: .. francamente, spero che almeno nella mia di quotidianeità non ci sia mai l'azione di ripulire un coltello dal sangue di mio marito!! ..ma ho capito cosa volevi dire! :P un abbraccio a te.

@LeCannù: ..preparati caro mio bel barman a farmi un cappuccio con la schiuma a forma di fiore..altrimenti non te lo pago!! ;P un abbraccio forte.

@Cloud: caro viaggiatore silenzioso, "Crash" lo vidi tempo fa e ricordo che mi lasciò emozioni cucite addosso. Ma per dirti cosa ne penso dovrei rivederlo..lo farò e magari ci scriverò su qualcosa. Un altro film che ho trovato spettacolare è Babel. Un cast d'eccezione, una storia di lingue ed incomprensioni, di partenze ed abbandoni. Da vedere, assolutamente. Un sorriso per te..

@Martin: ..bentrovato caro. Grazie.. ;)

@Ape: sorellina..non parliamo di giorni duri..felice però di sentire che i tuoi giorni sono stati pieni d'amore. Che lo siano sempre! E' l'augurio più sentito che io possa farti. Ti tengo stretta..

@Il@: ..Volver lo vidi in Francia, in lingua originale, tenendo per mano il ragazzo che amo. Un'emozione indescrivibile. La gola che si chiudeva, le lacrime che veloci silenziosamente scendevano ripide.. il vento. Il vento è protagonista in molti film che ho amato. Credo che sia fondamentale per portare alla mente ricordi e profumi. Non può mancare.. ;*