Ti penso e gli occhi si riempiono di profumo, lo stomaco inizia a girare come le giostre del lunapark.
"Comment ça va? Ma - dimmi - mi amerai anche quando i capelli da biondi diverranno bianchi e soffici come ovatta e zuccherando il caffè le mani mi tremeranno? Anche se, un giorno, le gambe stanche, arriveranno in quel dove, in ritardo? Mi ameresti anche se dovessi dimenticare il mio nome ma ricordare qual è il cammino per la montagna?".
Ogni giorno mi inietto in vena una dose di droga, velenosa e curativa. Un pizzico ed un morso sulla pelle delicata che mi marchiano a vista, una lettera scarlatta tra le vene ed i nei dietro il collo, un bacio sulle palpebre a suggellare le mie notti bianche. Uno sguardo che uccide tutti i buoni propositi, un "ti voglio" che manda a farsi fottere l'orgoglio, il buon senso e le paure ed allora si continua a dondolare su altalene d'indecisioni, si strizzano gli occhi e si arriccia il naso quando con il viso si arriva a toccare il cielo, le mani stringono le catene per non cadere, ché lo sai pure tu che le vertigini mi fanno perdere i sensi.
Quest'amore è malato, malato, malato, ma è amore. Spigoloso, pungente, ruvido, morbido, gustoso come cioccolato alle nocciole, bianco come ghiaccio e nero come terra.
Voglio smarrirmi, perdere la rotta.
Lo voglio ma, alla fine, lo sai anche tu che ritrovo sempre la strada per tornare da dove sono partita. Quanto detesto quest'adorabile debolezza.
Dimmi di no.
On air: "Vento d'Estate" - Max Gazzè e Niccolò Fabi.
Foto di Moumine.