Ieri a mezzanotte in punto la telefonata di mia nonna. La sua voce emozionata nell'augurarmi "tutta la felicità che merito". La telefonata di mamma, poi. I messaggi e le chiamate degli amici, quelli veri, quelli di sempre. Quelli che mi scrivono di "non cambiare mai", quelli che mi esortano a "crescere, una volta per tutte!" ed io che sor-rido perchè hanno ragione.
Il proprietario del ristorante "Giulio passami l'olio", per i primi cinque minuti mi ha fatto innervosire ma, poi, alla fine dei conti, mi ha abbracciata e baciata per questi "venticinqueanni-ma-lo-sai-che-te-ne-avrei-dati-ventidue??".
Una piazza navona bagnata da una pioggia leggera. Le luci dei lampioni che illuminavano i san pietrini così lucidi. I miei occhi dello stesso colore degli orecchini. Ed un Fred in piena forma come non l'avevo mai visto. Due libri regalati, che già dalla copertina, sembrano impegnativi. Non vedo l'ora di cominciare a leggerli.
Apro gli occhi stamattina. Trovo un foglio A4 in fondo al letto. Ci sono disegnate 25 torte colorate e un "buon compleanno, mamma e papà". E mi viene da piangere, mi sento fortunata.
Guardo il cellulare. Dieci messaggi da leggere.
Alle 6.47 del mattino: quello che aspettavo sei ore prima e che non era ancora arrivato. Un msg pieno di forza, di ottimismo, malgré tout. Merci, merci pour cette liberté que tu m'as donnée. Merci d'etre comme ça : Unique.
Oggi a Roma l'aria è fresca, come la mia pelle. I piedi lasciano l'impronta delle dita sul parquet.
Mentre scrivo guardo al di là della tenda. Molte finestre sono ancora chiuse. C'è una luce così particolare fuori. Oggi è un ventitré agosto così diverso da tutti gli altri. Un ventitré trascorso in città e non al mare come ogni anno. Un ventitré che vede riuniti gli amici più cari. Un ventitré bagnato da una pioggia che sa di vento e di cambiamenti. Un ventitré che vede una strada da percorrere, tra salite ed altopiani. Una C. che sa che deve cambiare tenendo strette a sè le persone che ama.
Grazie a mia madre per avermi fatta nascere venticinque anni fa e per avermi cresciuta come solo Lei avrebbe potuto.
Nella foto:
Escuchando: "Que Bonita es la Vida" - Rubin Steiner.